Bill Gates consiglia il consumo di carne sintetica ai paesi dell'Occidente | Cook

2022-10-01 17:47:54 By : Mr. Wekin Cai

«I Paesi ricchi dovrebbero mangiare carne sintetica al 100 per cento. Ci si può abituare alla differenza di gusto, senza contare che, nel tempo,verrà resa ancora più appetitosa». A dichiararlo, in una intervista per la rivista MIT Technology Review , è il co-fondatore di Microsoft e filantropo americano Bill Gates , seriamente preoccupato per la salute del Pianeta. «Ci stiamo avvicinando a grandi passi a un disastro climatico senza precedenti. Per evitarlo dovremmo cominciare a cambiare la nostra alimentazione , passando ad esempio al consumo di manzo sintetico e a prodotti alternativi a base vegetale» .

«Non credo — continua Gates — che gli 80 Paesi più poveri al mondo potranno mai mangiare carne coltivata, le cui tecniche di produzione sono piuttosto costose. Proprio per questo mi appello alle Nazioni politicamente e tecnologicamente più avanzate , in grado quindi di sostenerne i costi. Una strategia, questa, che consentirebbe di ridurre in maniera drastica l’inquinamento ambientale».

La gente, spesso, ci scherza sopra ma, continua Gates, «le mucche allevate per la carne bovina contribuiscono fortemente alle emissioni di gas metano . La cui quantità nell’atmosfera, tra il 2000 e il 2017, è cresciuta a dismisura arrivando a eguagliare i livelli dell’industria dei combustibili fossili ». Fanno impressione, a tal proposito, alcune stime FAO secondo cui i 223 milioni di tonnellate di carne consumati nel 2020, entro il 2050 saliranno a 465 milioni. Cifre che spaventano proprio per l’impatto che hanno sull’ambiente. Per dare un’idea, a ogni chilo di carne di maiale o di pollame corrisponde una quantità di anidride carbonica che varia da 3,2 a 4,6 chilogrammi, mentre per la produzione di manzo l’anidride carbonica generata sfiora i 60 chilogrammi. Con un aumento del riscaldamento globale fino a quattro gradi Celsius entro la fine del secolo». Le conseguenze ? Sempre secondo il miliardario americano, autore del libro How to avoid a climate disaster , potrebbero tradursi in un incremento del rischio di catastrofi naturali, carestie e migrazioni di massa .

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La produzione di hamburger in vitro come una delle soluzioni possibili, quindi. Ma a che punto siamo ? Oggi sappiamo, ad esempio, che la carne sintetica viene creata in laboratorio attraverso un processo di estrazione e cultura delle cellule. Questo processo è piuttosto semplice. Dai tessuti muscolari di anatre, galline e mucche vengono prelevati campioni cellulari e successivamente «coltivati» su apposite impalcature perché si trasformino in filamenti di tessuto sufficienti a generare una polpetta o un hamburger. La fibra muscolare cresce grazie all’aggiunta di siero fetale bovino che consente alle cellule di moltiplicarsi.

Una tecnica andata perfezionandosi nel tempo. Il primo hamburger di manzo nasce, infatti, dieci anni fa, da un’idea di Patrick Brown , allora professore di biochimica alla Stanford University School of Medicine . La sua «carne-non-carne» è a base di soia e patate , con aggiunta di oli vegetali di cocco e di girasole per replicare l’untuosità del grasso; e l’inserimento di metilcellulosa e amido per mimarne la consistenza. Due anni più tardi, nel 2013, Ethan Brown promuove la realizzazione in vitro di hamburger, salsicce e macinati con proteine derivate dai piselli, dalle fave e dal riso . E con il succo di barbabietola per rendere verosimile il colore del derivato. In Italia a lanciare, nel novembre 2019, la carne coltivata, con proteine della soia e del grano da coltivazioni sostenibili, è l’olandese The Vegetarian Butcher .

Dal dicembre 2020, fa sapere Legambiente , «Singapore sdogana e autorizza la vendita di pepite di carne di pollo sintetica». Mentre a Tel Aviv, a gennaio 2021, viene inaugurato «The Chicken», il primo locale con un menu di carne coltivata in laboratorio, anche grazie a stampanti 3D in grado di ricreare la struttura muscolare della carne bovina e offrirla a prezzi inferiori a quelli del mercato tradizionale.

Insomma, cresce la coscienza comune . I grandi players mondiali stanno dimostrando un interesse maggiore a tematiche vitali per il Pianeta: deforestazione, land grabbing con milioni di ettari coltivati per produrre mangimi, con la distruzione di interi stock ittici, la conseguente perdita di biodiversità e i crescenti rischi sanitari». In un mondo in cui il consumo di carne è ancora elevato e l’economia continua determinare le scelte dei governi, l’alternativa «sintetica» in campo può ridurre gli allevamenti intensivi. A trarre beneficio sarà la salute dell’uomo e del suo ambiente .