Pianeta Terra festival, il mondo delle imprese si confronta con la transizione energetica: "Le rinnovabili unica soluzione ai rincari" - Luccaindiretta

2022-10-09 00:47:00 By :

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Il cartario è fra i settori più tartassati. Lazzareschi (Sofidel): "Passi avanti con la riduzione dell'impatto ambientale". E il numero uno Gse Andrea Ripa Di Meana: "Il biogas è la frontiera"

Un incremento del costo di gas da 60 a 185 milioni di euro dal 2009 a oggi, e una richiesta che si attesta a 100 milioni di metri cubi con la previsione di toccare almeno i 300 in inverno. È lo scenario attuale dell’Italia, che insieme all’Europa e al mondo intero si trova a far fronte a una crisi energetica senza precedenti, aggravata dalla guerra fra Russia e Ucraina. La situazione geopolitica internazionale, infatti, rende ancora più difficile ragionare in termini di transizione energetica per le imprese, che si trovano ad affrontare una vera e propria sfida i cui risvolti ricadranno direttamente sulle persone, nell’immediato futuro.

Di questa sfida e di come affrontarla si è parlato stamani (sabato 8 ottobre) nella sala convegni di Confindustria Toscana Nord nell’incontro organizzato da Pianeta Terra Festival dal titolo Transizione energetica. La sfida da vincere per le imprese, insieme a Luigi Lazzareschi, amministratore delegato di Sofidel, Andrea Ripa Di Meana, amministratore unico di Gse e Davide Tabarelli, presidente e fondatore, dal 2006, di Ne-Nomisma Energia, società di ricerca sull’energia e l’ambiente. A moderare il dibattito, il giornalista Jacopo Giliberto.

“La situazione per il gas è più o meno uguale in tutti i paesi europei. Non ce la possiamo fare da soli – ha affermato Lazzareschi – l’industria ha bisogno di un intervento pubblico e della comunità europea”.

“Lo scenario è drastico. In questi 30 anni abbiamo fatto tanta politica ambientalista, ma dobbiamo prepararci al peggio. Se mancherà la Russia questo inverno, e se farà freddo, ci sarà un razionamento” ha spiegato Tabarelli. L’allarme lanciato dal presidente di Nomisma Energia è chiaro: l’Europa va verso un corto circuito strutturale di fonti fossili, uno scenario tragico cui l’industria deve dare una risposta.

Risposta che è nelle fonti rinnovabili, perché “i combustibili fossili serviranno ancora ma bisogna avere una molteplicità di fonti energetiche. E non possiamo aspettare che finiscano i fossili per farlo” ha detto Lazzareschi. Amministratore delegato di Sofidel, società leader mondiale nella produzione di carta e main sponsor della manifestazione, Lazzareschi ha parlato a nome di uno dei comparti più energivori dell’industria, quello cartario, indicando nell’uscita dal gas e dal fossile la via da intraprendere e la sfida da vincere per il futuro.

Una via su cui Sofidel si è già incamminata da molti anni: “Abbiamo investito oltre un miliardo di euro per minimizzare il nostro impatto ambientale. Un impatto elevato per le cartiere sia per quanto riguarda acqua, che cellulosa ed energia”, ha detto Lazzareschi, portando alcuni esempi virtuosi delle realtà industriali della società, sparse in tutta Europa. A partire dalla Svezia, con un impianto a due centrali che produce biomassa dagli scarti del legno. Ancora in Svezia, è attualmente in costruzione un impianto in grado di produrre dalla segatura un sostituto al metano. Sarà il primo centro al mondo carbon neutral, ovvero a impatto zero di CO2.

“Con il biometano – ha aggiunto Andrea Ripa Di Meana – possiamo arrivare a sostituire un decimo del consumo odierno di gas metano. Bisogna aumentare la produzione di biometano nella filiera domestica. Sta arrivando un grande sforzo per consentire la conversione degli impianti al biometano, e installarne di nuovi. Il futuro arriva presto: se riusciamo ad agire in questa direzione, fra 20 anni non consumeremo più 75 miliardi di metri cubi di gas. Il problema oggi, è arrivare vivi a quella data”.

A quella data, nel 2040, la popolazione mondiale passerà dagli 8 ai 10 miliardi di persone, parallelamente il consumo di energia è in crescita dal 2009. In Italia, i fossili contano ancora il 35 per cento delle fonti energetiche totali e se questo dato non cambierà, “saremo in trappola – ha affermato Tabarelli – anzi, siamo già in trappola: le emissioni continuano ad aumentare, il mondo sta andando nella direzione sbagliata”.

Direzione da cui l’Italia sembra dissociarsi, registrando un calo di consumo energetico che è passato dai 120 miliardi del 2022 ai 76 attuali, e attestandosi ai primi posti al mondo per la sua forte spinta verso le rinnovabili. “Un percorso difficilissimo, ma è l’unico a disposizione. A meno che gli scienziati non si siano sbagliati” ha concluso Tabarelli.

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